Le e gli ospiti

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RELATRICI E RELATORI

Ubah Cristina Ali Farah nasce a Verona, da padre somalo e madre italiana. Cresciuta a Mogadiscio, a diciotto anni fugge a causa dello scoppio della guerra civile. A Roma ha insegnato Lingua e cultura somala presso l'Università Roma Tre. Ha conseguito un dottorato di ricerca in studi africani all'Università di Napoli-L'Orientale e, attualmente, vive a Bruxelles. Poeta, romanziera, drammaturga e performer orale, ha pubblicato racconti e poesie in diverse antologie e nel 2006 ha vinto il Concorso letterario nazionale Lingua Madre con il racconto Madre piccola, da cui è stato tratto un romanzo edito con lo stesso titolo da Frassinelli (2007): al volume è stato assegnato il prestigioso Premio Vittorini ed è stato tradotto in olandese e in inglese con il titolo di Little Mother (2011). Il suo ultimo romanzo, Il Comandante del fiume, è stato pubblicato in Italia nel 2014 da 66thand2nd. 

Franco Andreone, è zoologo, responsabile delle pubblicazioni e della comunicazione scientifica al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Da oltre 25 anni si è consacrato alla ricerca e alla conservazione della biodiversità in Madagascar. Nella Grande isola studia gli anfibi e i rettili e gestisce programmi di salvaguardia che tengano in conto questi animali, spesso vilipesi ma altresì estremamente peculiari per la loro unicità. In particolare, nel corso dei suo pellegrinare nelle foreste dell’isola ha scoperto e descritto oltre 40 nuove specie di rane, di lucertole e di serpenti. Collabora con varie organizzazioni e con istituzioni scientifiche di tutto il mondo e ha fatto del Madagascar la sua seconda casa. In qualità di co-chair dell’Amphibian Specialist Group dell’UICN ha varato il programma ACSAM (A Conservation Strategy for the Amphibians of Madagascar) e di recente ha lanciato il nuovo Sahonagasy Action Plan, un piano unico e innovativo che mira alla conservazione delle oltre 300 specie di anfibi del Madagascar e che si pone come modello per la conservazione mondiale di questi animali. Attento conoscitore della fauna malagasy, si dedica anche agli aspetti di interfaccia fra conservazione e sviluppo e in Italia ha curato le sei edizioni della Giornata del Madagascar, durante le quali ha portato ricercatori, artisti e operatori del volontariato a parlare del Madagascar e a fare dell’ecologia e della conservazione una parola chiave. È sua convinzione che i migranti rappresentino una risorsa di speciale pregio anche per la conservazione della natura: in ossequio al sogno di Edward O. Wilson di rendere protetto il 50% della superficie del Pianeta Terra. In occasione del Festival presenterà dei lievi soundscapes della foresta del Madagascar, vera voce della natura, accompagnati da immagini della sua splendida biodiversità.

Carola Benedetto è indologa, autrice e regista. Dopo un percorso universitario iniziato all’insegna delle arti con i corsi di Estetica, Storia del Cinema e del Teatro, ha bruscamente virato a Oriente dedicandosi al sanscrito e alla cultura dell’India antica con il professor Stefano Piano. Da quel momento la sua attività è rimasta legata all’India, senza tuttavia abbandonare il primo amore per il teatro e il cinema. Ha pubblicato The kāma suite e i racconti di altri giorni (2002, Studio Dedalo Edizioni), Storie di Avatār e altri Dei (2011, Edizioni Laksmi) e  Il Mahabharata cinematografico di Peter Brook (2015, Ananke Lab). Nel 1998 è fra le cinque socie fondatrici del Gruppo del Cerchio, associazione culturale torinese, che produce spettacoli, mostre e festival. Per il Gruppo del Cerchio, scrive spettacoli e cura le regie. Fra gli spettacoli L’idea di un amore. Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti verso la cuna del mondo (vincitore del Play Art Arezzo 2009, sezione Teatro) e The sacred room of desire, uno storytelling che racconta come la dea Parvati sia alla fine riuscita a sposare Shiva, il dio degli asceti, e come da quell'amore sia nato Ganesha, il dio dalla testa di elefante nonché mitico trascrittore del Mahabharata. Lo spettacolo è stato portato all’Edinburgh Fringe Festival 2015 ottenendo un grande riscontro di pubblico tanto che, perfino la comunità Pakistana, ne ha voluto un estratto per celebrare la ricorrenza dell'Indipendenza. Il lavoro, inoltre, è stato scelto da Movin Melvin Brown, il re del Tip Tap, per un cameo nel suo spettacolo Me, Ray CHarles and Sammy Davis jr. The sacred room of desire è stato inoltre al centro di una lunga diretta su BBC ASIAN NETWORK, ospite del mitico Nihal, la voce dell'India per il Regno Unito. Nel 2015, in qualità di esperta sul Mahabharata, ha preso parte al Peter Brook Project del Victoria and Albert Museum di Londra. Nel 2012 ha co-diretto Pierre Rabhi. Il mio corpo è la terra, il primo documentario italiano dedicato a Pierre Rabhi e con la partecipazione di Vandana Shiva. Nel 2015 ha scritto la post-fazione de La sobrietà felice (Pierre Rabhi, ADD editore). Nel 2016 il documentario è diventato un DVD, distribuito in tutta Italia da Satellite Libri. Dal 2009 insegna Storia delle religioni orientali presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Alessandria.

Massimiliano Borgia è giornalista specializzato in ambiente e alimentazione. È tra i soci fondatori di "Spazi Inclusi Servizi giornalistici". È stato condirettore del bisettimanale locale "Luna Nuova" e direttore del "Corriere a Ovest" di Torino. Scrittore e saggista, ha pubblicato diverse opere inerenti il territorio piemontese, fra le quali: Le risaie del vercellese. Guida alla storia e alla natura delle terre d’acqua, Gs Editrice, 2002; Le patate della montagna torinese, Neos Edizioni, 2007; Il riso, dal campo alla tavola, Neos Edizioni, 2015. Gestisce il sito www.spazifood.it e presiede l’associazione culturale "Pensare il Cibo".

Maria Bottiglieri è Dottore di ricerca in "Autonomie locali, servizi pubblici e diritti di cittadinanza" presso l'Università del Piemonte Orientale, dove ha discusso nel 2015 la tesi su "Il diritto al cibo adeguato. Tutela internazionale, costituzionale e locale di un diritto fondamentale nuovo". È Responsabile delle attività di cooperazione internazionale e pace presso il Servizio Relazioni internazionali, progetti europei, cooperazione e pace della Città di Torino. È laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Salerno, si è specializzata in Diritto commerciale presso l'Università di Napoli Federico II, ha conseguito il Master di II livello in Diritto della Pubblica Amministrazione  presso l'Università di Torino e ha frequentato il Corso di Alta Formazione in legislazione alimentare (CAFLA) presso l'Università di Orientale Piemonte. È abilitata all’esercizio della professione forense e all’insegnamento di discipline giuridico-economiche nelle scuole superiori. È autrice di pubblicazioni in materia di diritto pubblico, cooperazione internazionale e diritto a un cibo adeguato.

Gaetano Capizzi divide la sua attività tra la critica cinematografica e l’organizzatore di eventi culturali e festival. Ha promosso il “cinema indipendente italiano” curando rassegne e saggi e dirigendo il festival “Cinema indipendente italiano” a Berlino. È stato tra i fondatori del Centro Italiano Cortometraggio (AIACE-CIC) e, nel 1998, ha fondato "Cinemambiente – Environmental Film Festival" di Torino di cui è direttore. È stato presidente dell’"Environmental Film Festival Network" e fondatore del "Green Film Network" che raggruppa i maggiori festival internazionali di cinema ambientale che tuttora dirige. Tra le sue collaborazioni editoriali più recenti: Joris Ivens – A wind tale, Edizioni Cinemambiente, 2000; Cinema e Ambiente , Edizioni ARPAV, 2011.

Simone Cinotto è Professore Associato di Storia Contemporanea presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e ha insegnato e svolto attività di ricerca in importanti università internazionali (New York University, Columbia University e University of London). Ha pubblicato diversi saggi e libri, tra cui: Soft Soil Black Grapes: The Birth of Italian Winemaking in California, New York University Press, 2012; The Italian American Table: Food, Family, and Community in New York City, University of Illinois Press, 2013; Making Italian America: Consumer Culture and the Production of Ethnic Identities, Fordham University Press, 2014, che ha vinto il premio 2015 per la migliore opera collettanea e libro di testo della Popular Culture Association/American Culture Association. Il volume Global Jewish Foodways: A History, curato con Hasia Diner, è in uscita per University of Nebraska Press. I suoi interessi di ricerca comprendono la storia delle migrazioni, la storia dei consumi, la storia dell’alimentazione e la storia dei rapporti transatlantici tra l’Italia e gli Stati Uniti.

Sabina Colonna Preti, nasce a Milano ed è diplomata in violoncello al Conservatorio “Nicolò Paganini” di Genova sotto la guida di Alfredo Riccardi. Si è in seguito specializzata in tecnica e interpretazione degli strumenti antichi studiando viola da gamba e violoncello barocco con Roberto Gini, presso la Civica Scuola di Musica di Milano diplomandosi in viola da gamba presso il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma. Svolge un'importante attività concertistica suonando la viola da gamba, il violone, il lirone come membro di numerosi gruppi collaborando con musicisti di fama internazionale come Claudio Abbado, Philippe Pierlot, Jill Feldman, Roberto Gini e Kees Boeke. Ha registrato per varie case discografiche come: Astrée Auvidis, Glossa, K617, NaÏve, Opus 111, LA MUSICA, MA recordings, Stradivarius, Symphonia, Naxos, Tactus, Nuova Era, Giulia, Accord, Amadeus, Rivo alto e Chandos. Nel 2001 ha fondato "La Chimera", ensemble di formazione variabile con cui ha già creato e registrato per l’etichetta MA Recordings Buenos Aires Madrigal e Tonos y Tonadas. Per la casa discografica Naîve, ha invece ideato e registrato La Voce di Orfeo, Gli Amori di Francesco Rasi e ODISEA NEGRA – El mar de las memorias. Per la casa discografica LA MÚSICA ha recentemente registrato la Misa Criolla – Misa de indios. Nel gennaio 2004 ha fondato un'orchestra di bambini, Pequeñas Huellas – CRESCERE IN ORCHESTRA (di cui il Maestro Claudio Abbado amava definirsi il “nonno”), dando vita ad un progetto che unisce bambini e ragazzi di tutto il mondo con la loro musica come strumento di pace, fratellanza e cultura. Dal 2007 insegna Viola da Gamba al Conservatorio “G. Verdi” di Torino.

Alessandra Di Maio è professore associato di letteratura inglese all'Università di Palermo. Si occupa di studi postcoloniali, migratori e della diaspora, soprattutto nel campo dell'africanistica. Ha tradotto alcuni autori africani, tra i quali Nuruddin Farah e Wole Soyinka.

Daniela Fargione ha conseguito un Master e un PhD in Letterature comparate alla University of Massachusetts di Amherst, MA, dove è stata ricercatrice Fulbright. Attualmente insegna Lingua e Letterature anglo-americane all’Università di Torino. I suoi campi di indagine includono l’ecocritica, le interconnessioni tra la letteratura anglo-americana e le altri arti e le letterature delle migrazioni. È autrice di Cynthia Ozick: Orthodoxy and Irriverence. A Critical Study, Aracne, 2005; Giardini e labirinti: l’America di E.A. Poe, Celid, 2005; Ambiente Dickinson. Poesie, sculture, nature, Prinp, 2013. Ha curato insieme a Johnathan Sunley il volume Merely a Madness? Defining, Treating and Celebrating the Unreasonable, Inter-Disciplinary Press, Oxford, UK, 2012; insieme a Serenella Iovino ContaminAzioni ecologiche: Cibi, nature e culture, Led Edizioni, 2015; traduce per la casa editrice Einaudi.

Maria Josè Fava, si è laureata presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino ed è da sempre impegnata nel sociale con ruoli di coordinamento, educativi, gestionali e di progettazione. Dal 2001 è responsabile dell’organizzazione territoriale dell’"Associazione Libera" e, dal 2010, è referente regionale di "Libera" per il Piemonte.

Patrizia Ferrero nasce a Torino, dove si è laureata in Lingue e Letterature straniere moderne. Nel 1978 e sin da settembre dello stesso anno inizia ad insegnare.
L’insegnamento e le varie metodologie di didattica sono sempre stati tra i suoi principali interessi ed ha frequentato ed organizzato in Italia ed all’estero corsi di formazione. Ha collaborato alla stesura di un testo in inglese per la scuola secondaria ed ha coordinato progetti di ricerca e scrittura nel Liceo Classico "V. Gioberti" di Torino, dove ha insegnato fino al termine dell’anno scolastico 2016.

Daniela Finocchi, torinese, giornalista e saggista, laureata in Scienze Politiche, si è sempre interessata ai temi inerenti il pensiero femminile e a quelli legati alla natura. Ha scritto libri, testi teatrali e realizzato programmi radio-televisivi. In ambito femminista, ha partecipato al Coordinamento Giornaliste del Piemonte, alla Casa delle Donne di Torino. Ha concorso a fondare il Coordinamento contro la Violenza, il Telefono Rosa di Torino, il Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile. È ambasciatrice We Women for Expo e parte del comitato promotore di Expoelette 2016. È consulente progettuale di diversi festival letterari e culturali, e borsista di ricerca presso l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento Studi Umanistici – per il progetto “Transnational Appetites: Migrant Women’s Art and Writing on Food and the Environment". È ideatrice e responsabile del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, nato nel 2005, destinato alle donne straniere residenti in Italia (progetto permanente di Regione Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino).

Cristina Giacoma è attualmente professore ordinario di Zoologia all'università di Torino e direttore del Dip. di Scienze della vita e biologia dei sistemi. I suoi principali interessi scientifici riguardano l'evoluzione del comportamento e la conservazione della biodiversità. Ha avviato nel 1994 il laboratorio di bioacustica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Torino. La Prof. Giacoma è da anni impegnata in progetti internazionali di ricerca, internazionalizzazione della didattica e cooperazione dal Madagascar alle Isole Comore, dal Sudafrica ai paesi della ex-Unione Sovietica, dalla Cina al Vietnam (per i progetti in Madagascar consultare http://www.mad.unito.it/). Ha fondato la stazione di ricerca nell’area protetta di Maromizaha in madagascar. Possiede inoltre una riconosciuta esperienza nella gestione e nella finalizzazione con esito positivo di progetti co-finanziati dall’Unione Europea ed ha coordinato la partecipazione dell’Università di Torino come  partner di tre progetti LIFE. In questo momento coordina un progetto europeo sulla sicurezza alimentare che ha come obiettivo l’attivazione di un dottorato internazionale con Università dell’Oceano Indiano sulla sicurezza alimentare.Oggi conduce il Laboratorio di Etologia presso il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, attrezzato con i più avanzati software per l'analisi delle vocalizzazioni e la produzione di segnali sintetici per esperimenti di playback. Le attività del laboratorio poggiano anche su un’ampia dotazione di  attrezzature in grado di superare le sfide più impegnative sia in fatto di specie da registrare sia come difficoltà poste dalle situazioni ambientali riscontrabili  in natura. Le competenze variano dall’informatica e statistica avanzata alle analisi acustiche più raffinate, dalla gestione di data base complessi alla comunicazione pubblica e professionale dei risultati. Il team è costituito da persone che possono garantire risultati di eccellenza grazie a sinergie e approcci multidisciplinari. 

Nazarena Lanza è agrotecnica e antropologa. Dopo aver frequentato l’Istituto Agrario per seguire le orme del padre, agricoltore di una piccola azienda biodinamica del Monferrato, decide di intraprendere il percorso più lungo: s’iscrive all’Università di Sociologia a Trento e trascorre un anno di Erasmus a Parigi; dopo un master itinerante (Italia, Spagna, Marocco) s’iscrive a un Dottorato in Antropologia a Aix-en-Provence, vivendo tra il Marocco e il Senegal per 7 anni. L’interesse e la volontà di promuovere l’importanza sociale e ambientale dei piccoli produttori e un cibo “buono pulito e giusto” per tutti e in qualunque luogo la riporta infine in Italia, a Bra, dove oggi lavora come referente "Slow Food" per il nord Africa e il Medio Oriente.

Paola Marchi si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli studi di Messina e, trasferitasi a Torino, ha conseguito la Laurea Specialistica in Culture Moderne Comparate, con una tesi sulle grafie del sé e la scrittura femminile. Collabora dal 2010 con il "Concorso letterario nazionale Lingua Madre" ed è social media editor del progetto. Dopo aver conseguito un Master in Mediazione Familiare, ha fondato con altre giovani professioniste l'"Associazione Fa.Con.Me." per praticare e diffondere una modalità alternativa nella gestione dei conflitti interpersonali. È borsista di ricerca presso l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento Studi Umanistici – per il progetto “Transnational Appetites: Migrant Women’s Art and Writing on Food and the Environment". Ha pubblicato diversi articoli e saggi su riviste, volumi collettanei e on-line. È autrice di Donne, genere e giornali: il Coordinamento delle Giornaliste del Piemonte e della Valle d’Aosta, Regione Piemonte, 2013 e coautrice di L'alterità che ci abita. Donne migranti e percorsi di cambiamento, Edizioni Seb27, 2015.

Igor Piumetti, regista e attore, inizia ad appassionarsi di teatro nel 1991. Diplomatosi in video editing, è montatore del cortometraggio Nel ventre del Bambino (2008) con Sotiguy Kouyate. Insieme al "Gruppo del Cerchio" realizza video e interviste per le mostre fotografiche del Festival "Per Sentieri e Remiganti". Nel 2012 è coregista di Il mio Corpo è la Terra, il primo documentario dedicato a Pierre Rabhi, che viene presentato l'anno successivo al Festival Cinemambiente (Torino).

Luisa Ricaldone, dopo essere stata per più di un decennio lettrice di italiano all'Università di Vienna, ha insegnato nell'ateneo torinese Letteratura italiana contemporanea, occupandosi in particolare di studi delle donne. In questo ambito, ha scritto numerosi saggi, con particolare attenzione ai periodi compresi tra il Settecento e il Novecento, e oltre, fra cui: La scrittura nascosta. Donne di lettere e loro immagini tra Arcadia e Restaurazione (1996); Geografie e genealogie letterarie. Erudite, biografe, croniste, narratrici, épistolières, utopiste tra Settecento e Ottocento (con Adriana Chemello, 2000). Per la storia letteraria delle donne ha collaborato a lavori collettivi: A History of Women’s Writing in Italy (2000), e Storia di Torino (2005). Ha inoltre curato varie pubblicazioni, le più recenti delle quali gli e-book Cirsde: World Wide Women. Globalizzazione, generi, linguaggi (vol. 3°, con Tiziana Caponio, Fedora Giordano, Beatrice Manetti, 2011); Vecchie allo specchio. Rappresentazioni nella realtà sociale, nel cinema e nella letteratura (con Edda Melon, Luisa Passerini, Luciana Spina, 2012); e Il simbolico in gioco. Letture situate di scrittrici del Novecento (con Aida Ribero, 2011). Si occupa di rappresentazioni in letteratura della vecchiaia delle donne (recente è il saggio Scrivere ancora. Appunti sullo stile tardo, in Passaggi d’età, a cura di Anna Maria Crispino e Monica Luongo, 2013), e di scrittura in lingua italiana di donne straniere (Donne migranti che scrivono in italiano: il caso della Romania, in Atti del Convegno internazionale di Craiova, a cura di Elena Pirvu, 2013). Attualmente in pensione, è parte attiva della Società italiana delle Letterate, del Cirsde e del gruppo di studio Lingua Madre. Collabora all' "Indice dei libri del mese" e a "Leggendaria".

Igiaba Scego, "Somala d'origine, italiana per vocazione" – come lei si definisce – nasce in Italia, a Roma, da una famiglia di origini somale. Dopo la laurea in Letterature Straniere presso "La Sapienza" di Roma, ha svolto un dottorato di ricerca in Pedagogia all’Università Roma Tre. Si occupa di scrittura, giornalismo e ricerca avente come centro il dialogo tra le culture e la dimensione della transculturalità e della migrazione. Collabora con molte riviste che si occupano di migrazione e di culture e letterature africane tra cui «Latinoamercica», «Carta», «il Ghibli» e «Migra». Le sue opere, non prive di riferimenti autobiografici, si caratterizzano per il delicato equilibrio tra le sue due realtà culturali d'appartenenza, quella italiana e quella somala, quella d'origine e quella vissuta nella quotidianità. Pubblica La nomade che amava Alfred Hitchcock, edizioni Sinnos, 2003. Nello stesso anno vince il premio Eks&Tra di scrittori migranti con il suo racconto Salsiccia. Nel 2004 esce Rhoda, edizioni Sinnos. E ancora: Pecore nere, una raccolta di racconti scritta insieme a Gabriela Kuruvilla e Ingy Mubiayi, edizioni Laterza, 2005; Quando nasci è una roulette. Giovani figli di migranti si raccontano, edizioni Terre di Mezzo, 2007, curata insieme a Ingy Mubiyai. Collabora con "La Repubblica", "Il Manifesto", "Internazionale" e cura la rubrica d'attualità "I colori di Eva", per la rivista "Nigrizia".

Monique Truong, born in Saigon, South Vietnam, Monique Truong came to the U.S. as a refugee in 1975. She is a novelist and food essayist now based in Brooklyn, New York. Her first novel The Book of Salt (Houghton Mifflin, 2003) was a national bestseller, a New York Times Notable Fiction book, and the recipient of the "New York Public Library Young Lions Fiction Award". Her second novel Bitter in the Mouth (Random House, 2010) received the "American Academy of Arts and Letters’ Rosenthal Family Foundation Award" and was named a 25 Best Fiction of the year by Barnes & Noble bookseller. Her third novel The Sweetest Fruits is forthcoming from Viking Books. Truong was a 2010 Guggenheim Fellow, 2012 Visiting Writer at the Helsinki Collegium for Advanced Studies, a 2015 U.S.-Japan Creative Artists Fellow in Tokyo, and is the Fall 2016 Harman Writer-in-Residence at Baruch College in New York City. Truong is a graduate of Yale University and Columbia Law School.

Luisa Zhou nasce a Torino l’11 gennaio 1995 da genitori originari di un piccolo villaggio nella regione di Zhejiang, nella Cina meridionale. Luisa cresce, scrive, sogna e la sua infanzia e l’adolescenza sono strettamente legate al ricordo di un ristorante. Frequenta il liceo classico masticando la lingua dell’epica e della tragedia per cinque anni, tuttavia sui suoi documenti appare la scritta “nazionalità cinese” A diciannove anni decide di partire per Hangzhou, dove trascorre un anno sabbatico alla ricerca delle sue origini. Al suo rientro in Italia, continua quella che è l’ordinaria vita di una ragazza universitaria. Il suo racconto, (S)corri nelle mie vene. Sottopelle, ha vinto il Premio Speciale Slow Food-Terra Madre della XI edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre.

IN CONCERTO

Saba Anglana nasce a Mogadiscio, da padre italiano e mamma etiope. Si laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte all’Università di Roma “La Sapienza”. Lavora come attrice e cantante in produzioni teatrali e televisive, sviluppando progetti discografici in ambito internazionale. È fra gli attori protagonisti della fiction Rai “La Squadra”, girata a Napoli. In teatro lavora con i registi Armando Pugliese, Giorgio Albertazzi, Paolo Perelli, Giovanni De Feudis, Francesco Sala, con gli attori Massimo Venturiello, Alessandro Haber, Edoardo Siravo. Lavora come doppiatrice con il Maestro Ernesto Brancucci per Disney Channel e con Lello Arena come protagonista femminile del film d’animazione Totò sapore. Nel 2008 esce in tutto il mondo per l’etichetta inglese World Music Network il suo album di debutto come cantautrice Jidka, The Line, i cui brani sono inseriti in raccolte internazionali con cantanti come Sally Niolo e Miriam Makeba. Negli anni successivi pubblica altri tre dischi. In Biyo- Water is Love (2010) l’artista racconta l’acqua e le problematiche mondiali legate al suo sfruttamento: AMREF Italia la sceglie come sua testimonial per campagne mediatiche. Nel 2012, a seguito di un lungo viaggio come ambasciatrice dell’organizzazione umanitaria, pubblica Life Changanyisha (trad. “La vita ci mescola”). Consegue nello stesso anno il premio Anima per la sezione musica con Niccolò Fabi, con il quale si esibisce in tour dal vivo. Nel 2014 l’artista porta in scena come protagonista il monologo, di cui è anche autrice, Mogadishow, in cartellone per il Teatro Stabile di Torino. Lavora anche come autrice e conduttrice radiofonica per programmi di Radio2 (con Andrea Bajani, “Il Geco di Città”), Radio3 (“File Urbani” e “Alza il Volume”) e la Radio Svizzera (“Anime Salve”). Il suo ultimo lavoro discografico si intitola Ye Katama Hod (trad. “La pancia della città”). 

Cheikh Sadibou Fall nasce a Dakar il 10 giugno 1982. Impara a suonare all'età di quattro anni, quando inizia con il padre lo studio di strumenti utilizzati nei rituali, quali i cabala, e dalla madre apprende il canto religioso. Studia musica fino a diventare Djembé-solista all'interno del Balletto Djembé Rithm di Guediawaye e anche nel gruppo Bakh Yaye, con il quale incide il suo primo disco del titolo Ndioukel. Nel luglio 2005 parte in tournée in Belgio, in occasione del festival mondiale del folklore. Nello stesso anno viene chiamato in Italia per concerti, stage e animazioni, e si stabilisce a Genova. Qui inizia una intensa collaborazione con la Banda di Piazza Caricamento, con la quale incide due dischi Babelsound e Nu-town, con Antonella Ruggero. Nel 2007 inizia a lavorare con Saba Anglana e partecipa all'incisione di due dischi Biyo e LIFE changanyisha, collaborando con Nicolò Fabi. Negli anni a seguire partecipa al "Sangallo progect: ritmi e canti dell'Africa subsahariana" di Tate Nsongan. Nel novembre 2011 nasce "Kora Beat", un progetto musicale interculturale che vuole sviluppare le potenzialità della Kora, fondendo i ritmi e i suoni africani con strumenti occidentali. Nel luglio 2015 esce il suo primo disco solista con il progetto Kora Beat Afrique unite. Nell'arco di questi anni con Saba Anglana, viene invitato in Kenya per amerò, poi a Addis Abeba. Recentemente è stato invitato al festival internazionale di Wagadougou a partecipare ai corsi con Irene Tassambedo e Serge danzatore coreografo del Burkina Faso.

Tatè Nsongan è un musicista, compositore, polistrumentista originario del Camerun. Impara a suonare già da bambino gli strumenti della tradizione africana. Si stabilisce in Italia per effettuare alcune tournée con l’Ensamble Choreographique Les Genies Noirs de Douala, gruppo di musiche e danze rituali. Percussionista e seconda voce del gruppo torinese Mau Mau, partecipa a tutte le tournée e alla registrazione dei numerosi dischi. Fondatore del gruppo musicale Kin Koba, pubblica per Le Edizioni Musicali de Il Manifesto il suo primo CD “Etnokult”, frutto della sua personale ricerca, che unisce tradizione e modernità. Da tempo collabora con vari artisti di livello internazionale e con Istituzioni, Enti ed Associazioni Italiane, per rendere fruibile la sua cultura d’origine e per sensibilizzare all’intercultura. Visto il successo delle attività, fonda l’Associazione Kin Koba – Voci Lontane, che lo porterà ad incrementare i laboratori di musica, danza ed educazione all’intercultura nelle scuole, nei centri di aggregazione giovanile, nelle ludoteche comunali ed a partecipare a numerose manifestazioni cittadine. In collaborazione con la Provincia di Torino, idea, musica e pubblica un libro con CD della fiaba musicale “La falsa nota di Nyambé”, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante. Collabora con Saba, con cui partecipano a numerosi festival e progetti. Dà un importante contributo al disco “Jidka” (World Music Network), sia in qualità di compositore, che di musicista. Pubblica il CD del suo nuovo progetto musicale “TatèNsonganTrio”. Realizza il progetto Sinfonia Migrante con il suo quartetto, l’Orchestra Stradivari-Monteverdi di Cremona e il Coro di voci femminili della Facoltà di Musicologia di Pavia. Crea la colonna sonora dello spettacolo teatrale “Rajo”: è in scena, insieme all’attrice e ideatrice Suad Omar, regia di Gabriella Bordin.

Olga del Madagascar, è originaria di Andapa, nel Nord-Est del Madagascar, paese dove crescono bellissime foreste pluviali. È sempre vissuta a contatto con la natura, dei fantastici animali e delle piante di uno dei luoghi più belli e più affascinanti del mondo, abitato da un popolo meraviglioso, dalle 1000 misteriose origini. Purtroppo, il Madagascar è anche un’isola dalle molte problematiche, nella quale il tasso di deforestazione è oggi fra i più elevati al mondo, con grande sofferenza per la biodiversità endemica e per la vita quotidiana delle persone. Quando Olga ha compreso appieno questa drammatica situazione ecologica è diventata una cantante etno- ambientalista: con la sua voce oggi racconta la bellezza del suo paese e spiega al suo popolo che è necessario proteggere la natura. È sua convinzione che i metodi non tradizionali di comunicazione siano spesso molto efficaci: per questo ha realizzato i suoi due album, "Bois de rose" e "Ma Nature", con i quali vuole raccontare il suo amore per l’ambiente e convincere al rispetto per le tradizioni. A tal proposito Olga collabora con diverse istituzioni e associazioni per la salvaguardia della natura, fra cui bioparchi, musei, gruppi ambientalistici, associazioni di base e appassionati, molti dei quali hanno sostenuto la realizzazione dei suoi album. Olga scrive e realizza le sue canzoni insieme a suo fratello R.J dit 13-1, con il quale sta preparando il suo terzo album, che affronterà tematiche di razzismo, disuguaglianza di genere e di femminicidio, oltre che (ovviamente) di natura, ambiente e amore. A Olga piace soprattutto cantare nella sua lingua madre, il malagasy, ma adora anche esprimersi in francese e in italiano con cui spesso "contamina" e"integra" i suoi testi. Le sonorità delle sue canzoni etniche si declinano nei ritmi salegy, antsa, basesa e satrahagna – che evocano le magiche atmosfere del Madagascar e derivano dalle canzoni polifoniche animistiche che accompagnano le cerimonie di possessione della cultura malgascia. Ha partecipato a varie iniziative, fra cui Biellafestival, Festival Panafricano di Torino, Expo2015 di Milano, Festival Tumiamì di Palermo, nonchè all'inaugurazione del MUSE di Trento. Olga ha contribuito all’organizzazione e alla realizzazione delle Giornate del Madagascar, giunte alla sua sesta edizione e ha partecipato a diversi Conference Day dell'Anglo Malagasy Society di Londra, di cui sarà nuovamente ospite nel 2016. Olga è stata anche autrice letteraria ed ha partecipato due volte al Concorso Lingua Madre, con cui ha anche collaborato come attrice per il videoclip virale "Svestite". Oggi Olga è alla ricerca di un regista coraggioso e alternativo al fine di poter diffondere maggiormente i suoi messaggi e le sue poetiche sonorità.  

pequeñas huellas* è un'associazione senza fini di lucro fondata da Sabina Colonna-Preti a Cuba nel 2004. L’attività dell’Associazione è sostenuta da grandi protagonisti del panorama musicale internazionale come Claudio Abbado, José Antonio Abreu (fondatore della rete sociale e educativa di orchestre infantili, giovanili e cori del Venezuela che interessa circa 700mila giovani musicisti), Gianandrea Noseda - Italia, Helmuth Rilling - Germania, Ramzi Aburedwan - Palestina, Youssou N’Dour - Senegal, Carlo Petrini - Italia, Bianca Pitzorno - Italia, Margherita Oggero – Italia, Horacio Aziz – Argentina, Miguel Benasayag - Francia; Gualtiero Marchesi - Italia; Victor Salvi - Italia, Claudio Scimone – Italia, Gustavo Zagrebelsky – Italia, Sol Gabetta – Argentina, Mario Brunello – Italia, Giovanni Sollima – Italia, Uto Ughi - Italia.
Attualmente ha sede a Torino, da dove continua a proporre con i giovani allievi di pequeñas huellas* progetti che avvicinano, attraverso la musica, bambini e ragazzi provenienti da ogni continente e stato sociale. I giovani concertisti di pequeñas huellas* si esibiscono in ogni parte del mondo per portare un messaggio di pace e di fratellanza e per ribadire il diritto di tutti ad un’infanzia serena.
L'iniziativa didattica, che si pone sulla scia del lavoro di José Antonio Abreu tra i bambini dei quartieri più disagiati, si basa sull'apprendimento e la pratica di un repertorio orchestrale scelto che viene proposto in parallelo al processo di formazione e crescita, introducendo il bambino alla tradizione musicale universale e alla musica accademica. Il programma vuole sviluppare abilità esecutive, stimolando la sensibilità e la creatività musicale. Articolato in più livelli, il programma propone la familiarità con il linguaggio musicale attraverso l'uso del corpo e della voce, sviluppando il senso ritmico e melodico e accompagnando la scelta di uno strumento (a corda, fiato, percussioni e pianoforte). La sensibilizzazione al lavoro di gruppo orchestrale, lo sviluppo di tecniche e attitudini di studio individuali, l'introduzione alla lettura e l'esercizio sono le basi di un processo educativo che non trascura mai l'aspetto ludico e porta ad affinare e sviluppare conoscenza, capacità ed emozioni.
pequeñas huellas* organizza incontri nazionali e internazionali dove bambini e ragazzi, protagonisti assoluti, oltre a cantare e suonare in concerto, condividono la Carta dei Diritti dei Bambini, nelle varie lingue presenti. Punto di riferimento e di documentazione è la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia delle Nazioni Unite. Le esibizioni di pequeñas huellas* favoriscono lo scambio tra bambini e ragazzi provenienti da culture e realtà diverse che, con la loro musica e le loro storie, contribuiscono a riportare all’attenzione del pubblico e dei media grandi temi e gravi emergenze umanitarie. I concertisti di pequeñas huellas* costituiscono, quindi, una realtà in continua evoluzione, non un’orchestra con un “numero chiuso” di artisti. L’orchestra e coro pequeñas huellas* hanno recentemente realizzato il "X Incontro Internazionale Di Bambini E Ragazzi Per La Pace, La Fratellanza E Il Dialogo", che si è concluso a Roma con un concerto per Papa Francesco con la Misa Criolla di Ariel Ramirez, con 200 bambini e ragazzi provenienti da vari paesi del mondo (Groenlandia, Corea, Venezuela, USA, Messico, Algeria, Argentina, Senegal, Spagna, Francia, Italia). Ad ogni incontro internazionale pequeñas huellas* presenta alle autorità locali, al pubblico e ai ragazzi, la "Carta Dei Giovani Per Un Mondo Senza Violenza", carta che è stata redatta da alcuni bambini nel 2010, approvata e tradotta nel maggior numero possibile di lingue per far sì che ogni Stato se ne faccia portavoce e adotti la CARTA come testo ufficiale nelle scuole del proprio paese.
In giugno di quest’anno Pequeñas Huellas ha organizzato a Milano il "XII Incontro Internazionale". Vi hanno partecipato 200 ragazzi e si sono esibiti, il 21 giugno - festa della musica, presso il padiglione Italia per Expo 2015. Pequeñas Huellas ha ricevuto il Premio Speciale per la Pace Regione Lombardia 2011 e il Premio Internazionale Arca d’Oro Giovani Musicisti.

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